
La figura umana
Nata in Svizzera da famiglia di origini campane, Raffaela Maria Sateriale dimostra fin da bambina una certa propensione artistica che si rivolge alla scrittura e alle arti figurative. Il passaggio al dipinto non fa che accrescere in lei il bisogno di ricerca interiore, d’introspezione, che si esplica attraverso un uso continuo dell’immagine che si appropria degli spazi in un crescendo di forme e di colori che colpiscono per incisività e dinamismo.
Quadri “da leggere”, non solo da vedere: è questa la sensazione di chi si accosta per la prima volta alle opere dell’autrice. Più che la ricerca della tecnica sterile e descrittiva, l’artista si concentra sulle emozioni che le trasmette un’analisi autobiografica ed interiore. La figura umana non è inserita nel paesaggio ma è essa stessa il paesaggio.
L’uso del colore a tinte forti e decise, delineate ed allo stesso tempo sfumate e confuse, denota la caratteristica principale di questo stile pittorico: il colore quale emozione, pensiero, moto dell’animo; splendido mezzo di mediazione fra l’anima ed il reale. Alla ricerca intimistica contribuisce anche la flebile luce che traspare, diafana, dal fondo della tela: non c’è faro, fanale o proiettore a dettare i termini ma è una luminosità che scende dal pennello alla tela per poi emergere sulle onde di colore che solcano la superficie del quadro.
Le figure vivono di luce propria e non hanno bisogno di interventi esterni che le modifichino, un richiamo alla propria consapevolezza di esistere per sé stesse al di là dei cambiamenti del tempo e delle stagioni. Difficile poi resistere, per l’autrice, al richiamo dell’esotico: certamente la sua permanenza nel continente africano ha contribuito notevolmente alla ricerca di una dimensione diversa, più naturale e calda come le dune sahariane, fatta di grandi spazi e di silenzi incontaminati.
Non è facile, ad una lettura più attenta, non rimanere affascinati da questa esplosione di colori persino aggressivi , ma efficaci nel raccontare una forza interiore che fatica ad essere contenuta in forme ben delineate per esondare, alla fine, dal quadro stesso ed attraverso lo sguardo dello spettatore scaturire con un mondo d’immagini sensuali ed appassionate.
Le poesie seguono da vicino la naturale ricerca espressa dai quadri. Le parole prendono il posto dei colori ma a questo livello non sono più solo una forte espressione dell’animo e anzi seguono una strada diversa fatta di numerose sfaccettature, più delicate e tenui, con deliziose note di malinconia che si intrecciano a vivaci cambiamenti di scena in un vortice di velata solitudine che fa da sfondo a tutte le opere.
La solitudine umana vissuta come ineluttabile strada da percorrere per giungere alla liberazione dell’anima.
Roberto Baldassarri, 2003